sabato 19 maggio 2012

Isaac Newton (Woolsthorpe-by-Colsterworth25 dicembre 1642 – Londra20 marzo 1727)

Newton sviluppò il calcolo infinitesimale indipendentemente da Leibniz, che però usò una notazione più precisa. È certo che Newton scoprì il calcolo dieci anni prima di Leibniz, ma pubblicò la sua scoperta molto dopo. Newton sostenne di non aver pubblicato il suo lavoro per timore di essere deriso. Dal 1699 alcuni membri della Royal Society accusarono Leibniz di plagio, e iniziò una violenta contesa su chi avesse inventato il calcolo. Questa disputa amareggiò le vite di entrambi i contendenti fino alla morte di Leibniz nel 1716. Anche dopo la sua morte Newton continuò a denigrare la memoria dell'avversario fino al punto che, secondo alcuni, sarebbe arrivato a compiacersi di avergli "spezzato il cuore".

Dal 1670 al 1672 si occupò di ottica. Durante questo periodo studiò la rifrazione della luce dimostrando che un prisma può scomporre la luce bianca in uno spettro di colori, e quindi una lente e un secondo prisma possono ricomporre lo spettro in luce bianca. Da questo lavoro concluse che ogni telescopio rifrattore avrebbe sofferto della dispersione della luce in colori, e inventò il telescopio riflettore per aggirare il problema. (Solo più avanti, quando divennero disponibili vetri con diverse proprietà rifrattive, divenne possibile costruire lenti acromatiche).


 Philosophiae Naturalis Principia Mathematica (Principi matematici della filosofia naturale) comunemente chiamati Principia furono pubblicati nel 1687 in tre volumi.L'opera è unanimemente considerata un capolavoro assoluto della storia della scienza; con essa Newton stabilì le tre leggi universali del movimento che non sono state migliorate per i successivi trecento anni. Egli usò la parola latina gravitas (peso) per la determinazione analitica della forza che sarebbe diventata conosciuta come gravità, e definì la legge della gravitazione universale. Nello stesso lavoro presentò la prima determinazione analitica, basata sulla legge di Boyle, sulla velocità del suono nell'aria.











sabato 5 maggio 2012




Calcolo infinitesimale


-storia : è incredibile come una teoria così potente e completa, una teoria che ha richiesto l'intervento di tutti le più grandi menti dell'umanità, prima che potesse essere definitivamente conclusa, oggi può essere insegnata(almeno nei suoi aspetti fondamentali) a qualunque studente medio.



Come tutti i concetti profondi, il calcolo infinitesimale (differenziale e
integrale) ha avuto una gestazione lunga secoli, se non millenni...
Zenone di Elea (450 aC) cerca di mostrare l’assurdità del moto con paradossi
costruiti sull’infinito (e sull’infinitesimo) come quello di Achille e la tartaruga.
Archimede (220 aC) calcola l’area di un settore parabolico sommando triangoli
sempre più piccoli che lo riempiono.
Dalla fine del 1500, vari studiosi (tra cui  Cavalieri, Fermat, Descartes,
Torricelli...) approcciano sempre meglio il calcolo di aree e di strutture tangenti.
Ma i passi decisivi sono fatti nel '600 da Newton (la sua flussione è più o
meno la nostra derivata) e Leibniz (introduce la nozione di differenziale dx).

per una storia dettagliata:
http://ebookbrowse.com/2011-storia-della-matematica-il-calcolo-differenziale-pdf-d274165011
http://www.scribd.com/doc/24284091/39/Storia-e-origine-del-calcolo-di%EF%AC%80erenziale-1714






Archimede 

lo storico Eric T.Bell( I grandi matematici) pone Archimede tra i più grandi matematici di tutti i tempi, insieme a Gauss e Newton.
Archimede inventore:
-vite di Archimede
-orologio ad acqua
-ordigni bellici







martedì 1 maggio 2012


link da cui ho attinto immagini e informazioni


http://www.gpeano.org/basteris/files/BreveStoriaInformatica.pdf
http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1559.htm
http://www.computermuseum.it/
riprendiamo la storia delle macchine da calcolo:



L'abaco rappresenta uno dei primi strumenti specificatamente dedicato al calcolo. Questo strumento deriva dall'uso dei sassolini o gettoni per contare.L'abaco più antico a noi noto è stato ritrovato in Grecia e risale al IV secolo a.C.






La strada per arrivare all’invenzione del regolo calcolatore fu aperta da Nepero agli inizi del 1600 con l’introduzione dei logaritmi, sebbene egli abbia utilizzato
questa scoperta solo nell’ambito delle tavole matematiche.






I primi compassi geometrici (noti anche
con il nome di compassi di proporzione) per il
calcolo cominciarono ad apparire tra il 1500 e il
1600. In Italia uno dei primi ad introdurre questo
tipo di strumento fu Galileo Galilei (1564-1642).







Nella sua
opera Rabdologia, pubblicata nel 1617, il
matematico scozzese Napier illustrò l'invenzione
dei bastoncini per la moltiplicazione(1550-1617).
Ogni bastoncino rappresenta una colonna della
tavola pitagorica e contiene i multipli di una data
cifra. Accostando uno vicino all'altro i bastoncini
relativi al numero da moltiplicare e leggendo la
riga di interesse, è possibile realizzare
direttamente la moltiplicazione di un numero a più
cifre per un numero ad una singola cifra. 







Uno degli esemplari di Pascalina realizzati dal francese Blaise Pascal ( 1623-1662). A soli 19 anni Pascal inventò
(indipendetemente da Schickard) una macchina
calcolatrice per agevolare il lavoro di suo padre,
esattore delle imposte. La macchina, chiamata
"Pascalina", era in grado di eseguire addizioni e
sottrazioni con il riporto automatico delle cifre.




Lo sviluppo dei moderni calcolatori richiese l'introduzione di una nuova idea fondamentale: la programmazione
del calcolatore. Al matematico ed ingegnere inglese Charles Babbage  va il merito di essere stato il primo a
proporre l'idea di un calcolatore di tipo programmabile attorno alla metà del 1800. Tra i vari fattori che
influenzarono Babbage nell'introduzione di questa idea vanno segnalati il meccanicismo che caratterizzò il
pensiero culturale del ‘700 e la rivoluzione industriale che contrassegnò l'enorme sviluppo economico  e
tecnologico della Gran Bretagna, e più in generale dell'Europa, a partire dalla seconda metà del ‘700. Il
meccanicismo spiega il rinnovato interesse per la realizzazione di vari automi meccanici (i più comuni di tipo
musicale). 


 Questa nuova
macchina doveva essere, nei progetti di Babbage,
un calcolatore "programmabile", cioè uno
strumento di calcolo "universale" le cui operazioni
possono essere di volta in volta specificate
insieme ai dati da elaborare. Secondo il progetto
(1836), la Macchina Analitica, azionata da un
motore a vapore, avrebbe dovuto comporsi di
quattro parti fondamentali: la memoria (store),
un’unità di calcolo (mill), la sezione di ingresso
(lettore di schede perforate, ispirate a quelle dei
telai Jacquard) e la sezione di uscita (stampa dei
risultati). La memoria sarebbe stata costituita da
diverse colonne di ruotedentate in grado di raccogliere i numeri da elaborare. I dati venivano trasferiti dalla
memoria all'unità di calcolo dove era possibile eseguire una delle  quattro operazioni aritmetiche con un
procedimento meccanico. Tutto il processo di calcolo doveva essere governato da speciali schede perforate
(operation cards).

L’impiego di dispositivi elettrici nell’ambito del calcolo era cominciato già all’inizio del ‘900, ma solo negli anni ‘30 si compresero appieno le enormi potenzialità di questa nuova tecnologia per la costruzione dei calcolatori. Il passaggio cruciale tra la tecnologia meccanica e quella elettronica non è legato semplicemente all’impiego della corrente elettrica, o all’introduzione di un particolare dispositivo elettronico (come, ad esempio, i relè, le valvole termoioniche, o il transistor), quanto alla rappresentazione dell’informazione numerica con segnali elettrici: l'era del calcolatore elettronico si apre nel momento in cui l’informazione numerica comincia ad essere rappresentata ed elaborata mediante segnali elettrici.

Calcolatrice elettromeccanica Olivetti. All’inizio del ‘900 vengono
prodotte le prime calcolatrici elettromeccaniche, che pur conservando i principi
del funzionamento meccanico
delle precedenti calcolatrici, sono azionate elettricamente. L'uso dell'elettricità
rimane quindi limitato all'azionamento dei meccanismi e non interviene di fatto
nel processo di calcolo.

Konrad Zuse. Nel 1938, il tedesco K. Zuse (1910-1995) realizzò il
primo calcolatore programmabile in senso moderno, denominato Z1. Questa macchina prototipale e solo parzialmente funzionante era costruita interamente con parti meccaniche. Successivamente, le difficoltà tecniche derivanti dall'uso della tecnologia meccanica fecero cambiare rotta a Zuse, che decise di riprogettare il calcolatore con un mezzo tecnico già ampiamente collaudato in telefonia: il relè. Nell’aprile del 1939 completò il modello Z2 con cui suscitò l'interesse della Luftwaffe. La Z2 fu progettata in modo da
utilizzare la memoria meccanica della Z1 mentre il  resto della
macchina fu ricostruito utilizzando circa 200 relè. Nella Z3,
completata nel dicembre del 1941, anche la memoria
meccanica fu sostituita con dispositivi a relè.



Siamo arrivati all'epoca dei moderni computer.
Riprenderò questa nuova epoca più avanti.








riprendiamo proprio dalle novità introdotte da Galileo:la necessità di effettuare delle misure e di fare dei calcoli con i dati raccolti. Gli scienziati allora sono costretti a inventare degli strumenti che permettono di agevolare l'uomo nei calcoli: nascono cosi quegli strumenti che possiamo considerare i precursori dei calcolatori elettronici.
Lo stesso Galileo si cimenta nell'impresa di costruire un regolo calcolatore

breve storia del compasso di Galileo:http://brunelleschi.imss.fi.it/esplora/compasso/dswmedia/storia/istoria1_st.html



introduco adesso una breve storia delle macchine da calcolo




cominciamo dal Numero:

Il numero può essere definito come un "ente matematico" che consente di rappresentare, in forma scritta, attraverso segni convenzionali, un'idea che esprime il senso di quantità.
La forma di rappresentazione con 10 cifre, che oggi ci è familiare, venne sviluppata originariamente in India dove, già dal III secolo a.C., era di uso comune.
Il sistema numerico indiano fu diffuso nel mondo arabo probabilmente intorno al VII-VIII secolo d.C. e fu introdotto in occidente da Leonardo il Pisano detto "il Fibonacci" (cioè figlio di Bonacci) che con la pubblicazione del suo trattato "Liber Abaci" del 976 d.C. fece conoscere un metodo di calcolo, finora allora quasi sconosciuto in Europa, che aveva appreso dai mercanti Arabi con i quali teneva rapporti commerciali.